giovedì 24 novembre 2022

DAL DIARIO DI UNA DONNA INDACO, GIOVEDI



DAL DIARIO DI UNA DONNA INDACO, GIOVEDI


Amo tantissimo la mia missione, amo canalizzare per le singole anime, mentre lo faccio entro nel loro spazio sacro e durante l’intero lavoro divento loro.
Credo che ognuno di noi sia chiamato a svolgere il lavoro che riesce a fare, non quello più bello, non quello più redditizio, non quello migliore ma nemmeno il peggiore, solo quello che riusciamo a fare in quel momento della nostra vita.
Io non posso muovermi molto, il mio corpo non me lo permette, ma amo scrivere e farlo per me è diventato un “lavoro” che mi gratifica.
Ci sono dei giorni in cui tutto sembra perfetto, ce ne sono altri che sono pieni di ostacoli.
Il lavoro è dignitoso, di qualsiasi lavoro si tratti e ci permette di esprimerci come esseri umani.
Anche quando svolgevo un lavoro che non mi piaceva (stavo in ufficio anche 10 ore al giorno, lontano da casa e i soldi mi bastavano a malapena per pagarmi il mutuo della macchina che mi portava al lavoro...) allora non capivo che dietro ci stava una lezione grandissima, ossia imparare ad amare ciò che detestavo.
E più riuscivo a farlo più questo disprezzo spariva.
Questo vale per ognuno di noi, in qualsiasi momento della vita, non dobbiamo smettere di fare una cosa perchè non ci piace più, dobbiamo semplicemente iniziare a farla diversamente, con più amore, ricordiamoci che siamo sul pianeta scuola per imparare ad amare!
Il lavoro è sempre dignitoso, ricordiamocelo.
Guardiamo i nostri genitori, loro sono il nostro esempio, mia mamma dopo che era rimasta vedova, non trovando lavoro, preparava pasta fatta in casa, ricordo che stavamo alzate fino a notte fonda per riuscire a completare le richieste, e questo ci permetteva di sbarcare il lunario. Non ha mai avuto paura di svolgere i mestieri più umili e questo da lei l’ho imparato: mai vergognarsi di ciò che si fa.
Quando da ragazzina le mie amiche uscivano io rimanevo a casa e l’aiutavo a pulire le scale, la domenica non uscivo quasi mai in discoteca con gli amici perchè non volevo chiederle i soldi che sapevo non aveva e mi limitavo a dirle che non me la sentivo di andare fuori.
Sia io che mia sorella abbiamo provato cosa significa la povertà sulla nostra pelle e vi assicuro che oggi mi godo fino in fondo ciò di cui dispongo.
Conosco persone che tengono nel cassetto gioielli preziosi, nell’armadio abiti costosi, non spendono mai nulla, e per cosa?
Per lasciare qui tutto quando muoiono?
Godiamoci i nostri beni materiali finché viviamo nella materia!
Gli Spiriti mi dicono sempre che dobbiamo goderci i nostri beni materiali, mentre invece la religione prima e la spiritualità dopo, ci hanno inculcato che per essere brave persone dobbiamo praticare la povertà.
Non c’è nulla di più falso, ci vogliono solo infelici e depressi per manipolarci meglio.
Regalati le cose che ti gratificano e celebrati ogni santo giorno della tua vita!!

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